mercoledì 22 agosto 2012

uguaglianze/differenze

Faccio uno strappo alla regola: due post nello stesso giorno.

Sono davvero stanco, ma vorrei parlarvi di una cosa che è da un po' di giorni che mi frulla in testa, una tematica. Storie di uguaglianze e differenze.

Spesso mi viene in mente di chiedermi nella mia vita, in ciò che vedo, in ciò che faccio, cosa sia cambiato e cosa sia invece rimasto pressoché uguale.

Sarebbe troppo facile parlarvi di cosa gli americani hanno di diverso e cosa di uguale rispetto a noi italiani, o meglio, penso che alla maggior parte di voi saranno già venute in mente molte cose, magari qualche luogo comune. Gli americani mangiano male, noi no. 
Per cui, come al solito, vi voglio parlare un po' di me.

Vi avverto, verrà fuori un minestrone, un mix, di ciò che è si assomiglia con il passare degli anni e di cosa invece è cambiato. Per cui, statemi dietro.

Comincio con gli anni.

Certo, gli anni. Ora ne ho 26, prima ne avevo meno. Ora ne ho 26, prima ne avevo 22.
Prima era il 2008, ora è il 2012 e chi mi conosce ha probabilmente già capito dove voglio andare a parare.

Per cui, UGUAGLIANZA. Sto probabilmente facendo un'esperienza che seppur superficialmente DIFFERENTE è comunque molto SIMILE a quella dell'estate del 2008 che mi ha visto partire per fare l'animatore per 5 mesi in Sardegna. 

In Sardegna. Da solo. UGUAGLIANZA. 
Parliamo per cui per un attimo di uguaglianza, prima di scappare verso le differenze. 
L'uguaglianza sta nella voglia di partire, nella voglia di fare e soprattutto nella voglia di crescere. L'uguaglianza sta nella voglia di fare tutto ciò, ma anche nel coraggio di volerlo fare da solo. Farlo da solo, ma non essere il solo. E per questo, un in bocca al lupo a tutti quelli che come me non sono i soli.

Uguaglianza sta nel capire che, una volta atterrato sul suolo di un paese con 8175133 abitanti (wikipedia 2010) che non parlano la tua lingua, che forse non parlano nemmeno una lingua uguale per tutti, te la devi cavare da solo. Proprio come nel 2008. Anche se, beh la lingua li era la stessa tua. E' per cui forse una diversità? 

L'uguaglianza risiede anche nella curiosa coincidenza manifestatasi con i tuoi amici che sono in vacanza in Croazia, tutti insieme e pronti a fare baldoria nello stesso paese e allo stesso modo di quattro anni prima.

L'uguaglianza sta nel trovare persone fantastiche pronte ad aiutarti (poche) e persone pronte a metterti i bastoni tra le ruote (purtroppo molte).

L'uguaglianza, può ad alcuni sembrare banale ma per me non lo è affatto, sta anche nella canzone che mi sta passando in cuffia ora e che era nella tua playlist anche in quell'estate: Little Wing di Jimi Hendrix (per non smettere di volare).

L'uguaglianza sta, ripeto, nella stessa voglia di migliorare, nella stessa voglia di crescere ed imparare. La stessa. Lo stesso desiderio che ti fa bollire il sangue nelle vene quando sei costretto a buttare via attimi preziosi della tua vita destinati al non far nulla.

L'uguaglianza dei "vai bene te.." che mi sento dire da un po' di anni a questa parte. Vai bene te che sei a NY, vai bene te che sei in Sardegna, vai bene te che sei da solo, vai bene te che sei fortunato. Attenzione, non è polemica. Non ne avrei motivo di farla. Solo voglio ringraziare chi se lo merita, due persone in particolare (chissà chi sono). E poi, i "vai bene te" fanno bene al cuore....non fanno altro che farmi capire sempre di più che la vita è quella che ti scegli tu, fatta di scelte e soprattutto di conseguenze.

Ne avrei davvero ancora molte di uguaglianze, così come le ho chiamate. Ma lasciamole li.

Le differenze. 

Anche loro sono tantissime. Secondo me sono ancor più facili da individuare delle uguaglianze.

Per cui ve ne dico solo una. Una che ho vissuto di recente ed una tra le prime ad essermi venuta in mente quando sono arrivato nella grande mela: il sorriso.

Il confronto questa volta è tra Barcellona e NY. 

Forse chi mi sta più vicino si ricorda che gli ho fatto una testa così sul fatto che a Barcelona tutti sorridono e di quanto sia bello sorridere. 
Ecco, qui a NY è molto diverso.
Qui a NY sono tutti cordiali. Solo i primi 5 minuti.
La prima cosa che ti dicono è: come stai? Howareyoudoin'?(detto mooolto velocemente)
Il problema è che non danno peso alla cosa. Mi sono solo dopo pochi giorni che ai newyorkesi non serve una risposta a questa domanda. E' solo, purtroppo, una sostituzione del "ciao". 
Ed io che un po' ci speravo...."cavolo, addirittura mi chiedono come sto..!! Chissà cosa mi raccontano ora..!"

Incroci una persona, sale sull'ascensore con te. O meglio, sta per salire dopo che ti ha appena chiesto "howareyoudoin?" e tu ti aspetti che quei 20 piani da scalare passino veramente lentamente perchè vorresti iniziare un discorso filosofico sulla vita tua e del tuo nuovo amico. E invece, si cade nel mutismo più assoluto. Quasi infastidita dal tuo sorriso, la persona che è in quei metri quadrati con te nemmeno vuole incrociare il tuo sguardo.

Nessuno sorride. Se non perchè deve, come da Abercrombie. Non si ha nè tempo nè voglia.
Sto arrivando a pensare che qui il sorriso sia da "sfigati" (un po' come da noi in italia..).

A Barcellona il contrario. Si sorride. E non si ha alcun dubbio nell'esibire il sorriso al pari di un biglietto da visita. 
Vi devo dire la verità, questa cosa nei primi giorni in cui ero a Barca un po' mi intimidiva. Forse davvero perchè anche noi italiani in questo siamo un po' newyorkesi?
Poi ho capito che il sorriso a Barcellona è solo l'inizio. L'inizio di qualcosa di interessante: una conversazione.

Sulla metro qui ogni persona ha il suo iphone. Lo sguardo è fisso sullo schermo. C'è chi gioca, chi vede film e chi, per fortuna, scrive a qualcuno. La comunicazione in qualche modo è salva.

Non ho mai conosciuto così tante persone come a Barcellona.


Detto ciò, non vorrei mai scambiaste queste mie ultime righe come una critica verso NY. Questa è una città stupenda, fatta da alti (molto alti) e bassi (molto bassi) e va vissuta.

Viviamola.

Un abbraccio.














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