giovedì 15 novembre 2012

Finally.

Buongiorno a tutti,

diciamo che mi sono preso una pausa di riflessione prima di concludere definitivamente il countdown -che a questo punto ha acquisito un altro senso.

No, non mi sono dimenticato del blog, ne di voi che mi seguite. Diciamo che -e mi butto lì, come si suol dire, salvandomi in corner- ho dovuto smaltire il fuso. Sì, in 4 settimane. Tiè.


Dunque, siamo arrivati al -1.

Di cosa potrei mai parlare se non delle cose, delle situazioni e degli aspetti che mi sembrano cambiati in questo primo periodo in Italia?
Pensandoci bene, potrei parlare però anche delle cose che mi sembrano rimaste le stesse..

Insomma, potrei parlare di un sacco di cose. Quello che vorrei rimanesse in queste righe sono le mie sensazioni di ritorno da una realtà completamente diversa dalla nostra, che vi ho descritto nelle precedenti pagine.

Questa volta, quindi, parlo dal punto di vista biancorossoverde.


Una cosa che non è cambiata e di cui mi sono privato per tre mesi -ahimè- sono le cazzate dei politici.

Questa cosa la metto sicuramente al primo posto perchè può sembrare curioso, strano o forse anche un po' scontato, ma vi giuro, le cazzate del "ministro" (e continuerò a virgolettare il termine fino a che non morirò) Fornero sono state le prime notizie che mi si sono parate davanti non appena arrivato in Italia.

Accendo twitter e...boom...! #choosy, #Fornero, #Elsa, #disoccupazione, sono state le hashtag che invadevano il web.

Dopo pochi minuti, andandomi ad informare, ho potuto conoscere per intero "Le mirabolanti avventure del ministro Fornero".......cara, bellissima, fantastica, buona vecchia Italia.

A parte questo -lascio la parola a chi fa del dibattito politico il suo mestiere...ah! siamo primi anche qui, maggior numero di programmi di dibattiti politici in assoluto...- rientrare in Italia è stato un po' come arrivare in America ma dal punto di vista opposto.

Pensate che meraviglia vedere una SMART per strada..! Cioè, io ho la SMART e mi piace un sacco girarci. Per tre mesi, invece non ho visto un'utilitaria che una. Tutte macchine mastodontiche che facevano fede al ragionamento di fondo che ogni americano opera nel suo cervello: THINK BIGGGGGGGGGGG!! :D

Non so chi di voi ha letto qualcosa di Freud, ma penso che a tal proposito avrebbe un sacco di cose da dire.....! :D


La birra.
La birra, magari è meno gustosa di quelle che ho citato nei post precedenti, ma riabbracciare gli amici le dona quel gusto in più che la rende migliore di tutte le altre.

Insomma, mi sono detto: "bentornato in Briganza". Dove quando chiedi "cosa si fa stasera?" la gente ti risponde con "schifo".

A distanza di quasi un mese, dopo aver smaltito questo lunghissssssimo jetlag, sono praticamente rientrato in quel meccanismo di routine brianzola che non ti da via di scampo. La parola d'ordine è: "LAVURA'" e se come me il "lavurà" non ce l'hai la parola d'ordine si trasforma in "CERCA LAVURA'". E allora via a mandare curriculum. Vai, vai, vai e ti rendi conto che hai sei versioni del tuo cv e che nessuna di esse va bene per l'ennesima azienda che ti chiede di compilare uno stupido form dal loro sito internet il cui menù a tendina -stranamente- contiene tutti gli indirizzi di studio del mondo..tranne il tuo.

E allora vai di "Le faremo sapere". Ricordati solo di non essere "choosy".
Per la cronaca, ho chiesto a dei miei amici americani e anche per loro rimane quasi un mistero il significato preciso di questo termine...

Sicuramente -pirellone e sede della regione a parte- non abbiamo i grattacieli che ci sono a NY, ma non abbiamo nemmeno tutto quel cemento.
Sono andato a trovare il mio Central Park personale, ovvero il Parco di Monza, dove ho potuto notare l'assenza di scoiattoli, ma dove sono stato sicuramente rincuorato dall'udire qualche frase in dialetto, da un profumo di caldarroste che si sostituisce a quello di ketchup+mustard e anche da qualche ragazzo che tentava di vendermi rose quando ero parte dell'immensa colonna di macchine per dirigermi verso il parco, che un po' mi ricorda che c'è chi sta peggio di me.

Vi saluto con un video che vorrei che tutti guardaste.

Dura 60 secondi ed ha vinto il premio per la categoria ITALIA love it or leave it.

Io non dico di essere un "cervello in fuga", tantomeno un immigrato. Oramai non lo sono più, sono tornato alla base.

Però vi posso giurare che per quei tre mesi ho pensato un sacco di volte alle stesse idee che esprime questo filmato, e mi rincresce pensare a tutte le persone che ho conosciuto a NY che, ad oggi, questo pensiero lo ripercorrono quotidianamente.

Pensateci.
Click qui per il video.

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NB-Ebbene sì, in realtà avevo sbagliato a fare i conti dei giorni che mi mancavano. Non ridete.


















martedì 23 ottobre 2012

L'esperienza.

Ciao.


Mi chiamo Riccardo, ho 26 anni e sto sorseggiando una coca cola nel JFK Airport di New York.

Sarà l'effetto dato dal materiale della vetrata o sarà un'impressione mia, ma quest'oggi anche NYC oltre a me ha un'aria malinconica.

Vedo uccelli di metallo andare e venire specchiandosi in quel che più in la diventerà oceano. Se mi sforzo ancora un pochino vedo invece palazzi dall'altezza vertiginosa fare capolino lungo la linea dell'orizzonte.

Ciao.

Mi chiamo Riccardo, ho 26 anni e fino a quattro mesi fa' non pensavo di riuscire mai nella mia vita ad andare a New York anche solo da turista. Figuriamoci fossi riuscito a pensare che di New York ne avrei assaporato anche i ritmi.

Un'altra esperienza nella mia collezione. Anche se collezione è veramente riduttivo per ciò di cui mi sento veramente dipendente: la vita.

Ciao.

Mi chiamo Riccardo, ho 26 anni e fino a poche settimane fa' pensavo, a tratti, che bisogna avere sempre qualcuno su cui contare lungo il percorso della maratona. Qualcuno che sia pronto a porgerti dell'acqua fresca per dissetarti e concederti una pausa. Pensavo anche, sempre a tratti, che di pause non bisogna proprio concedersene e che l'acqua bisogna andare a prendersela da soli. Non ho mai immaginato che le due cose potessero coesistere.
Ora lo credo. Anzi, credo che i due aspetti non possano vivere separatamente.
Sono sicuro che nella mia vita ci sarà sempre qualcuno pronto a porgermi dell'acqua, e anche davvero buona, qualcuno che si prenderà cura di me e che non mi stancherò mai di ringraziare, ma sono anche sicuro che nei momenti più difficili, in salita o quando il gruppo davanti a te incomincia a strappare, saprò tenere duro e fare tesoro dell'acqua ricevuta. Oppure, più semplicemente, saprò procurarmela da solo.

Ciao.

Mi chiamo Riccardo, ho 26 anni e sono sicuro che non smetterò mai di fare esperienze. Sono sicuro che non voglio mai smettere di imparare e di arricchirmi. Sono anche sicuro che non sarà facile, ma che saprò divertirmi nel farlo.

Ciao.

Mi chiamo Riccardo, ho 26 anni e in queste settimane ho conosciuto una persona così determinata che, scherzando, mi ha detto che avrebbe smesso di imparare e fare esperienze solo quando avrà vinto il Nobel.
Questa persona la ringrazio veramente di cuore. E' stata fondamentale in questi tre mesi, un gran compagno di viaggio. Qualche volta mi ha fatto incazzare, lo ammetto. Ma fondamentale.
Io, il Nobel, gli ho augurato di vincerlo. O forse di non vincerlo mai, per la paura che smettesse di fare quello che lo rende felice: crescere, imparare, sognare.

Ciao.

Mi chiamo Riccardo, ho 26 anni e sono sempre seduto ad un tavolino dell'aeroporto JFK di NY.
Mi guardo indietro, ringrazio e penso ancora una volta che non avrei immaginato tutto ciò.
Auguro a tutti di vincere il loro Nobel. O quantomeno di inseguirlo, sempre.

Sono anche convinto che se continuo a pensare insistentemente a cosa immagino per il futuro, per quanto mi possa spingere al largo, le onde mi faranno rimanere attaccato alla spiaggia.

Quindi non importa quante piccole spinte ansiose ed insicure io dia per andare lontano.

Ne basta una.

Ma che sia di esperienza.

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domenica 21 ottobre 2012

Sesso.

Ovviamente questo post non ha nulla a che vedere con il sesso. Volevo solo vedere quanti incuriositi dal titolo hanno fatto click e visitato il blog. Muahhaha

Vabbè dai già che ci siete, leggetevi il post no? ;)


Ultimo giorno pieno qui a NY.

Un po' ci penso e mi viene da dire che molte cose mi mancheranno.

Mi mancherà NY ma mi mancherà soprattutto l'america e gli americani.

Mi mancherà vedere la storia di tutto il mondo, compreso il mio Paese, al Metropolitan Museum.

Mi mancherà pensare che l'Italia è un Paese ricco di storia che invidiano, in tutto il mondo, e soprattutto in paesi come l'America, che di storia ne ha molto meno. E andarne fiero.

Mi mancherà pensare di stare in un paese che non ha il culto dell'ospite a casa e nemmeno quello del tenere in ordine e pulita la abitazione.

Mi mancherà la nonchalance degli americani di fronte ad una blatta o ad un topolino che scorrazza per casa..Mi mancherà trovare interi scaffali dedicati alle armi per uccidere queste bestioline, anzichè preferire fare una telefonata per disinfestare o semplicemente tenere pulito.

Mi mancherà la mentalità del "meglio curare che prevenire".

Mi mancherà un po' anche la maleducazione che ho trovato.
Mi mancherà lo stupore di quando aprivo la porta alle signore per farle passare e mi mancherà anche il menefreghismo di chi, durante questo mio gesto, mi scambiava volontariamente per l'usciere di turno e si intrufolava senza nemmeno un grazie.

Mi mancheranno i "buongiorno" e i "come stai?" forzati dal turno di lavoro.

Mi mancheranno le spallate lungo la fiumana di gente intenta a camminare a Manhattan. Mi mancheranno anche le relative mancate scuse.

Mi mancherà il menefreghismo dell'inesistente raccolta differenziata. Della prepotenza del packaging e del consumismo sfrenato.
Mi mancherà anche un po' il "chissenefrega se l'ambiente va a puttane, tanto io mangio bio" di un bel po' di newyorkesi.

Ovviamente, mi mancherà il THINK BIG.

Mi mancheranno i termosifoni a vapore del 1900 presenti in quasi tutte le case newyorkesi.

Mi mancherà la loro mentalità di permettersi di porsi 10 gradini sopra tutte le altre civiltà e comunità mondiali, il loro permettersi di giudicare tutti e tutto ed infine il loro pensare di risolvere  tutto con una qualche guerra che porti pace.

Mi mancheranno le sneakers, i pantaloni larghi e i loro cappellini New Era. Quindi mi mancheranno anche le fotocopie, dato che sono tutti vestiti così, nello stesso modo.

Mi mancherà il razzismo delle persone "di colore" verso quelle "bianche" (e non perchè me lo sia inventato, sia ben chiaro). Allo stesso tempo mi mancherà sorridere quando sentirò decantare di essere un paese civilizzato e al passo coi tempi.

Mi mancherà il loro credere che la "Pasta all'Alfredo" sia un piatto nazionale e che prima hanno inventato il "Parmesan" e poi noi lo abbiamo copiato creando il "Parmigiano".

Mi mancherà sentirmi dire "Italiano?"-risata-"Berlusconi?!?"-risata.

Mi mancherà essere un italiano che cerca un po' di Italia in un paese lontano. Mi mancherà essere in un piccolo mondo come NY. Dove tutti cercano un po' delle proprie radici e quando le trovano ci costruiscono attorno un loro paradiso.

Mi mancherà -ma non abbandonerò l'idea e un po' anche la rabbia- sapere che qui hanno i soldi, credono nei giovani ed investono nei giovani. In Italia no.

Mi mancherà pensare che ho dovuto andare lontano per rivalutare ciò che avevo molto vicino: l'Italia.

Amo NY. Sono ITALIANO.

Non avrei mai pensato di scriverlo: AMO L'ITALIA.

Ho sempre sperato di scriverlo: AMO L'ITALIA, ODIO CHI LA GOVERNA, CHI TENTA DI FARLO E QUINDI CHI CI RIDUCE COSì.
Costretti ad abbassare la testa davanti a tutti. Alcune volte costretti anche ad inchinarci e a metterci a novanta, e non ce lo meritiamo.



Mi mancherà pensare, e non mi rassegnerò nel farlo, che l'Italia ha tanto da insegnare anche all'America.

Basta volerlo.


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sabato 20 ottobre 2012

Schifezze.

Più passano i giorni, più mi accorgo di stare ritornando un pochino verso le abitudini italiane, come ragionare in euro o pensare alle cenette italianissime che mi farà trovare la mia mami.., più mi accorgo anche di essere diventato molto americano in questi tre mesi.
Non a caso, vi sto scrivendo dalla laundry mentre faccio il bucato, indosso dei pantaloni larghini beige, cappello con visiera dritta e sneakers. Giuro che quando torno a casa la smetto. :D

Ad ogni modo (almeno un "ad ogni modo" deve esserci in tutti i miei post..!), più passano i giorni, più mi avvicino al -1 e più non so che scrivere sul blog. O meglio, vorrei scrivere un sacco di cose ma ne devo scegliere per forza soltanto alcune, e non so quali.

Quindi direi che quello di oggi è un post dedicato ad una cosa importantissima per me, e che è stata importantissima per me qui a NY: il CIBO. :D

Ebbene si, in questi tre mesi mi sono destreggiato sui fornelli, ho spadellato e ogni volta assaporato i miei piattini, ma ammetto di essermi anche concesso un sacco di schifezze e sapete che vi dico? non ho ancora finito. Mi mancano giusto un paio di giorni..ahahaahahha
Nonostante ciò, vi assicuro che ho mantenuto la mia linea...dicono che si cominci ad ingrassare dopo i primi tre mesi....HELL YEAH!! muahahahah


Di seguito, per cui, trovate degli elenchi e delle classifiche dei posti in cui sono stato e delle schifezze che ho mangiato.


Partiamo con ciò che mi sono cucinato da me in casa mia..

CLASSIFICA TOP 3:

1. Pasta all'amatriciana
E stato un piatto presente costantemente sul mio tavolo, tanto buono quanto poco leggero. Ogni volta erano lacrime di dispiacere quando terminavo la porzione...

2. Pasta Zucchine e Filadelfia (si, scritto con la F..la ricetta è mia e decido io..muahahhaha)
Piatto easy e riproposto in diverse occasioni. Fresco e d'effetto.

3. Tapas alla Ricky
Servite con una fettina di lonza di maiale su pane tostato, il formaggio brie fuso sopra la fettina in netto contrasto con la cremina all'aceto agrodolce. Delicious.

PREMIO RIVELAZIONE: Pasta Melanzane e Tonno. Super buona e apprezzata sempre da tutti i commensali.


Ora veniamo alle porcate che mi sono mangiato qui. Mi sento di dirvi che sono un po' il Rocco Siffredi della porcata americana...io, le ho provate tutte, proprio tutte. Ciambelle, bacon, pastrami, popcorn caramellati, pepperoni's pizza...etc etc...

Ma veniamo alle classifiche:


Classifica dei best hamburger in NY (consapevole del fatto che non me la sentirò di mangiarne più in italia...):

1. JUST BURGER.
Questo piccolo fast food a gestione familiare ha avuto per me il piccolo inconveniente di trovarsi a 30 secondi di strada da casa mia e, purtroppo, sulla via per andare a prendere la metro...."e allora, cosa fai? un hamburgerino non te lo fai dal Justino?" cit.
Ottima qualità della carne, dimensione giusta e il proprietario mi offriva sempre da bere. Meglio di così si muore..
Soda con fill & refill.......ottimo.

2. SHAKE & SHACK.
Storico fast food newyorkese, famosissimo e preso d'assalto dai turisti. Diversi chioschi Shake & Shack sparsi in ny ma il più famoso e suggestivo rimane quello in Madison Park.
Ottimi gli hamburger, forse un po' troppo "nocivi"...ad ogni morso sentivo di stare commettendo uno sbaglio, soprattutto quando ordinavo il secondo hamburger...
Da provare le patatine ricoperte da formaggio fuso.

3. FIVE GUYS.
Altra catena newyorkese, vincitrice di diversi premi, si guadagna il terzo gradino del podio grazie al compromesso tra qualità e quantità e soprattutto "arroganza" dei panini... (non chiedetemi di spiegarvi questa frase).
Anche lui ha il beverage con la politica fill & refill...promosso.

Rivelazione cibo da fast food: Philly Cheesesteak. (foto e descrizione sotto)

Specialità di Philadelphia, provata per la prima volta nella sua città natale alle 11.00 della mattina e finita di digerire alle 11.00 di sera.
Non ci sono dubbi sulla sua estrema bontà...e nemmeno sulla sua pesantezza.
La cheesesteak consiste in un panino simile alla baguette, ma più lungo, riempito con ritagli di carne alla griglia, cipolle cotte alla griglia e formaggio fuso. AMAZING.


Altre schifezze provate...

I pop corn caramellati.
Penso li conosciate un po' tutti...
Qui sono serviti in barattoli di almeno un metro di altezza e insieme ai popcorn trovate anche mandorle e anacardi.
Mal di stomaco dopo la prima volta che li ho provati. Però buonissimi.

Ciambelle.
Dio benedica l'inventore delle ciambelle.
Io divento scemo, lo giuro, per quelle semplici con sopra la glassa di zucchero. Magari leggermente scaldate con il microonde.
Per diverse mattine ho fatto colazione con queste ciambelle ed il succo d'arancia "Grower's Pride"...in offerta al Key Food.... ahhaha

Dolciumi vari.
Sarà anche vero che sono così sfigato da perdermi Halloween...ma di certo non mi sono fatto scappare tutti i preparativi. Compresi i dolci.
Non appena provato il primo cioccolatino al cioccolato al latte e ripieno di burro di noccioline, ho capito come mai qui c'è un tasso di obesità altissimo.
Grazie a Dio che ho finito questi dolcetti. Ne ho mangiati solo tre per la cronaca. Li ho trovati nel mio showroom.
Poi c'è un altro dolce che da dipendenza.. E' una sorta di Bounty (il "nostro" bounty al cocco) solo che c'è più cocco...moooolto di più e genera moooolta più dipendenza. Grazie al cielo è finito anche questo. Ne ho mangiati solo due.

Hot Dog.
Famosissimi. Tanto che non hanno bisogno di presentazione.
Mangiarli per strada per chiuderti quel buco allo stomaco che senti da qualche minuto (qualora il buco sia reale e non soltanto una scusa per mangiarli) diventa un'abitudine. Diventa anche un'abitudine gustarseli con la combo ketchup e senape.

Spiedini di pollo.
Altra specialità dei baracchini newyorkesi che si incontrano per strada. Sono dei pezzettini di pollo cotti alla griglia a mo di spiedone. Ottimi con un po' di salsa barbecue e serviti nel panino dell'hot dog.

Patatine di Pommes Frites.
Pomes Frites New York è un posticino particolare nel village a NY, vicino a St. Mark Place. Ci sono stato solo un paio di volte nel cuore della notte.
E' particolare perchè è un posto che vende SOLO patatine fritte. E sono per giunta buonissime. Un'altra particolarità è che oltre alle patatine fritte si può scegliere una varietà quasi infinita di salsine da abbinare e in cui "pucciare" la nostra patatina (senza malizia, lo giuro).
Se passate da New York dovrebbe essere una vostra tappa obbligatoria.

Smoothies alla frutta.
Che dire degli smoothies....innanzitutto che sono molto simili ai nostri frullati di frutta. E' comunissimo trovare a NY un baracchino di smoothies che per 4 dollari vi delizierà con questi "beveroni" alla frutta "fresca". Potete scegliere la combinazione di frutta che più vi aggrada, scegliere se aggiungere qualche altro ingrediente come zucchero di canna e via per le strade di NY come un vero americano, con questo bicchierone in mano e con la vostra cannucciona..!
I miei preferiti sono: fragole+banana+ananas e solo pesca.

Chicken & Broccoli
Specialità cinese che mi facevo spesso portare in ufficio, servita con l'involtino primavera e il riso bollito. Favolosa.

Doritos.
Patatine simili a nachos ma disponibili in vari gusti. I miei preferiti sono "quelli rossi". Non li ho più mangiati quando ho capito che mi stavano bucando lo stomaco. Però sono buonissimi eh...!

Insomma di schifezze qui negli usa ce ne sono un sacco...sono tutte buonissime e generano tutte puntualmente dipendenza, ve lo posso giurare. Sicuramente me ne verranno in mente ancora almeno un altro paio di manciate...

Due sono le cose importanti:
 1. non mettetevi mai a leggere gli ingredienti. Mai.
 2. Chiedete dei tovagliolini. Non aspettate che ve li diano. Non li danno. Sono dei voncioni. E quando chiedete loro di darveli, vi guarderanno come se avessero visto un fantasma.


Stasera, prometto, un post più serio. Mooolto più serio.


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venerdì 19 ottobre 2012

Fotografie.

Ciao a tutti.

Chiedo scusa per l'assenza di ieri ma è andata così.

Diciamo che sono rimasto vittima dell'imprevedibilità di NYC. Diciamo che chi mi conosce sa che voglio fare le cose per bene, non voglio farmi mancare nulla...quindi ho voluto provare anche ad avere l'influenza newyorkese, con tanto di raffreddore, tosse, mal di gola, annessi e "disconnessi".
E siccome è anche risaputo che le cose facili non mi piacciono per nulla...ho scelto, di mia spontanea volontà e con grande orgoglio, di ammalarmi negli ultimi giorni a mia disposizione, a cavallo della partenza.

Ieri, ho dovuto, così, abbassare le serrande del blog.



Ebbene si, eccomi qui, di nuovo ad imbrattare queste pagine virtuali e, per rispondere subito ad alcuni di voi, no...non sto meglio. :D :D

Però dai, sono tornato a stressarvi con il mio blog, quindi già un passo in più l'abbiamo fatto.



Dunque, il titolo di oggi si chiama "Fotografie". Vi annuncio che sarà breve, sempre per le stesse cause che mi hanno spinto a chiudere i battenti ieri.


Perchè "Fotografie".

Non partirò raccontandovi di quanto amo fotografare.

Innanzitutto fotografie perchè fissano i ricordi. Per avere dei pezzettini di questa città sempre con me. E, fosse solo limitabile a questo, avrei concluso il post di oggi.

Le fotografie racchiudono dentro di loro le emozioni di quel momento fissato alla oramai ex pellicola. E per me è una vera soddisfazione sapere che anche solo una di queste emozioni riesce ad venire trasmessa a chi guarda le mie foto.

Le mie fotografie sono state anche fonte di tanta compagnia in questi tre mesi. Ogni volta che avevo bisogno di pensare, di non pensare, di vedere, di fare o quando ero da solo...scattavo.
E dopo aver scattato, sono stati tantissimi i momenti di post produzione davanti al computer. Insomma, la fotografia ha colmato tanti vuoti in questa esperienza.

Le fotografie trascinano la curiosità. O la curiosità trascina le fotografie. Tantissimi sono stati i momenti in cui spinto dalla curiosità di vedere, di conoscere e di visitare imbracciavo la macchina, caricavo il mio borsone, ed andavo a sperimentare nuove prospettive o a esplorare nuovi angoli della città che non dorme mai.
Tantissimi sono stanti, purtroppo, anche i momenti in cui della mia macchina fotografica ero sprovvisto e mi trovavo costretto ad usare l'iphone...imprecando poi per la qualità della foto o per la mia negligenza e pigrizia nel non portarla con me.

Nei prossimi giorni e quando sarò in Italia, caricherò un sacco di foto che mi sono rimaste "indietro"..e non dimenticatevi che anche la Brianza ha un sacco di fascino, quindi continuerò a scattare.

Ad ogni modo, la fotografia per me è stata ed è importantissima.

Spero di avere fatto vivere un po' di NY anche a voi con i miei scatti e soprattutto spero di avervi trasmesso qualcosa in più che semplici immagini a colori o in bianco e nero.

Per i ritardatari, questo il link giusto http://www.flickr.com/photos/riccardorho/



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giovedì 18 ottobre 2012

chiuso.

Chiedo scusa a tutti ma il post di oggi non verrà scritto per causa di forza maggiore.

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mercoledì 17 ottobre 2012

heart times

Si, lo so. Sono leggermente in ritardo nei tempi.

Ora sto facendo colazione e sto scrivendo il post...di ieri. Per lo meno tengo fede alle promesse dai.

Questo post è velocissimo. Più che di NY, vi parlo della sensazione che ho rispetto ad una situazione che sta finendo, ed un'altro ciclo che tra poco nascerà.

Vi voglio parlare, o forse accennare dato la brevità del post, di questa sensazione nell'ambito lavorativo.




Quando sono partito per venire qui, la situazione in Italia per noi giovani laureati era, come dire...critica. Ora, dopo che leggi il corriere online giornalmente e dopo che amici e parenti ti informano sul "cosa accade", non resta che metterti le mani nei capelli. Direi che la situazione si è fatta...drammatica.

Io mi trovo qui. In questa fantastica terra di mezzo fornita, in via del tutto gratuita e disponibile da subito, da quella che oramai è divenuta la condizione standard del neolaureato: il precariato.

Ora, è mattina, io sono appena sveglio, voi starete già lavorando da un pezzo e ne avrete anche già le palle piene probabilmente. Quindi tronco qui.

Prima vi volevo dire che è una cosa che mi fa molto riflettere e mi mette un sacco di ansia addosso. Non c'è skyline che tenga, non c'è tramonto che riesca a distogliere i pensieri da li...

Per cui, non mi resta che continuare con le mie 5 versioni di curriculum vitae nella speranza che non mi si chieda di lavorare e vivere di aria, anzi, sarò positivo, NELLA SPERANZA DI TROVARE UN LAVORO CHE MI PIACE. (chissà...magari qualcuno che mi legge.............. :) )

Ad ogni modo, in questi giorni penso sempre di più a questa situazione. Un po' perchè il mio tempo qui sta finendo, un po' perchè ho letto sulla bacheca della mia amica Elena queste righe un po' polemiche ma manifesto di quello che penso pensiamo noi tutti:


Eravamo ragazzi e ci dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”. Studiammo. Dopo aver studiato ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!”. Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: “Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere,
...rimanemmo senza un centesimo. Ricominciammo a sperare, disperati. Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero Tfr. zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli – per senso di responsabilità – e crescemmo. Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni ’60, con uno straccio di diploma o la licen
za media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia”. E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete degli irresponsabili”. A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: “Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?”. A quel punto non potemmo che rispondere: “Andatevene affanculo!”. (Torto, Breve storia di una generazione)


Per cui, facciamoci tutti un grosso "in bocca al lupo".


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